In molti ancora pensano che il collage sia un gioco da ragazzi. Nel vero senso della parola. Non sono bastati Picasso e Braque e vari artisti delle avanguardie del ventesimo secolo a dare il giusto riconoscimento a questa tecnica, che può declinarsi in vario modo.
Ci sono ancora artisti e critici (e appassionati) che non approvano questa forma d’arte o non la considerano tale, perché pensano che sia un modo per celare le proprie incapacità, utilizzando il lavoro altrui. Io amo e uso molto il collage, e voglio condividere il mio modo di agire: ecco perché carta e colla non sono da meno di colori e pennelli!
Il termine collage deriva dal francese coller che significa attaccare.
Carta, mon amour
In realtà, per come lo impiego io nella mia pittura, il collage parte proprio dai colori e dai pennelli. Sì, perché non utilizzo carte già colorate o con immagini stampate (e quando uso fotografie, di solito sono mie), ma le preparo nelle tonalità di cui ho bisogno in quel momento, soprattutto con gli inchiostri. Non solo le bustine del tè – di cui vi ho già parlato in questo blog – uso anche fazzolettini, carta da pacco, da giornale, velina bianca riciclata da pacchetti e scatole di scarpe, cartoncini più spessi, a seconda anche della texture che intendo ottenere. Insomma, non so se è perché il mio lavoro di giornalista della carta stampata mi ha sempre legato a filo doppio (nel bene e nel male) a questo materiale, ma nella mia pittura ha un ruolo determinante.
Trasparenze e materia
Spesso la carta che incollo fa le veci della campitura di colore. In questo modo, secondo me, è possibile ottenere trasparenze su un’asse di legno, o dare più spessore e matericità a una base più leggera. Così, il colore vibra anche grazie alle increspature della carta incollata, e se poi decido di ripassare con della pittura acrilica o a olio (o altro materiale ancora) le atmosfere si fanno più intense e profonde.
I miei dipinti
Ecco qualche esempio da vedere nel mio Portfolio: Sul lago è quasi totalmente un collage di carte di vario tipo, precedentemente colorate e “strapazzate” per poter creare l’effetto dell’acqua; Albero rosso è anch’esso eseguito con questa tecnica, che vede l’impiego di cartine leggere dipinte, ma anche di materiale tridimensionale; Astrazione in verde è totalmente un collage. In Case a Stromboli, invece, ho usato vari strati di carta sovrapposta, cartoncino, veline… Ricordo perfettamente quando l’ho realizzato. Mi trovavo sull’isola e mi ci dedicavo la mattina prestissimo, quando il sole era appena sorto e la casa era ancora avvolta dall’umidità della notte e il più totale silenzio. Più che arte… meditazione!
Il collage nasce anche come forma artistica di ribellione, con l’uso di materiali diversi dai colori, per rompere con il classico e il “vecchio”.
Viva il gioco da ragazzi!
Nel collage come forma d’arte non si utilizza solo la carta, ma anche pelle, tessuti, sabbia, plastica e pure oggetti di uso quotidiano. Anche se in quantità inferiori, anche a me capita di impiegare materiali di vario tipo, come si vede nel mio recentissimo quadro qui sopra, Geometrie in campo. Ma per quanto mi riguarda il collage non è ribellione, semmai una forma di gioco e di liberazione. Sì, in questo è un po’ come quando incollavo a scuola. E allora viva i lavori dei ragazzi! D’altronde proprio Picasso diceva: “a quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino.” Collage compreso.