Con la maestra Anna Bocchi si parla spesso di arte. Non semplici chiacchiere con un’amica, tra carte, colori e pennelli, ma spunti di riflessione per me e il procedere del mio lavoro.
Siamo alle porte di Milano, tra i sentieri urbani del Parco Ticinello, e la conversazione va sul tema della creatività. Da quando dipingere è diventata la mia professione mi interrogo spesso su come svilupparla… Non è semplice tutti i giorni entrare in studio e rendere la giornata “produttiva”, inquadrarla in uno schema lavorativo precostituito come ero abituata a fare.
Anna: «Anzi, è proprio il contrario! La creatività si sviluppa quando la persona riesce a superare l’ordine precostituito, lo schema dato e appreso».
Io: «Confesso che a volte mi riesce difficile…».
Anna: «Prima di tutto si deve entrare in un’area di comfort che ci permetta una situazione di relax che faccia emergere lo stato creativo. Un luogo accogliente che ci consenta di entrare in uno spazio mentale fertile, che sviluppi una contemplazione attiva di ciò che ci circonda… Il proprio studio, ma anche un ambiente naturale come questo vanno bene».
“L’arte dà all’adulto la possibilità di fare come il bambino nel gioco, di rendere plasmabile il confine tra realtà e fantasia, entrando e uscendo dall’una all’altra…”
Donald Winnicot (psicanalista)
Io: «Vassilij Kandinskij diceva che la vera opera d’arte nasce in modo misterioso, enigmatico, mistico: rifletto spesso su questa frase. Condivido soprattutto il modo “misterioso”! A volte, quando comincio un progetto, che può essere un quadro o una serie di opere, parto con un’idea che di solito nasce da un pensiero logico, poi strada facendo l’idea cambia in funzione di quello che capita. Sul foglio o nella mia giornata».
Anna: «Il processo creativo, infatti, è “situazione”, in quanto si basa sulla possibilità che ciascuno ha, in particolari momenti interni o esterni, di lasciare emergere i contenuti immaginativi – derivanti dall’esperienza o presenti a livello inconscio – e di dare forma a materiale indefinito».
Io: «Proprio come dici tu, i miei momenti creativi sono inaspettati, non dipendono dall’umore del momento, piuttosto emergono da situazioni in cui riesco a entrare in contatto con la mia parte più interna, anche se magari non ne sono perfettamente cosciente».
Anna: «La creatività nasce proprio da uno stato di semi-coscienza, da quell’area della mente in cui si produce “materiale” non direttamente sotto il controllo cosciente, ma che si attiva per intuizione o illuminazione improvvisa. Ma, attenzione, non si deve pensare che la creatività corrisponda al caso, alla casualità! L’essere umano chiama caso tutto quello che viene dal grande buco nero delle cause sconosciute…».
Io: «No, infatti! E molto dipende dal materiale che si usa in quel momento. Ci hai mai fatto caso? Quanto cambia il processo creativo a seconda di ciò che si ha a disposizione e del luogo in cui ci si trova e se si lavora in modo tradizionale oppure no! Sarà per questo che amo tanto i materiali extrapittorici e di riciclo. Sarà per questo che dipingo con tecniche miste, a seconda di quello che vedo, che sento, che voglio rappresentare utilizzo strumenti, colori e procedimenti diversi (alcuni esempi: Alberi e neve, Mare nostrum, Refused, Case a Stromboli)».
Ci fermiamo in uno spazio verde, queste chiacchiere ci hanno messo “appetito”. La voglia di pasticciare, di toccare la carta, di usare una matita ci prende come l’acquolina in bocca davanti a una torta! Non resta che fermarsi e “buttare giù” qualche schizzo, le piante che ci guardano e ci proteggono, l’acqua che scorre… siamo sufficientemente in pace con noi stesse per un momento creativo!
“La creatività non è necessariamente legata alla produzione di opere d’arte; anche la vita quotidiana ci offre infinite occasioni di fare delle cose che prima non c’erano”
Betty Danon (artista e poetessa)