I miei quadri africani hanno rappresentato un punto di svolta nella mia arte. Il collage con i tessuti o la carta riciclata è nato dopo due viaggi importanti
Per molto tempo ho accarezzato il desiderio di visitare l’Africa. Negli ultimi dieci anni sono riuscita a recarmi nel continente più antico per ben due volte. Esperienze che hanno illuminato anche la mia pittura: i colori più intensi, gli animali mai visti, la vita delle persone che richiama quella dei nostri nonni o di avi ancor più lontani. Ma io mi limiterò a parlare della mia arte, non ho certo la pretesa di aver conosciuto il Senegal e la Namibia (peraltro due realtà molto differenti) solo perché vi ho trascorso dei brevi soggiorni.
Un’esplosione di colori
A differenza dei pittori delle Avanguardie del ‘900 che si sono ispirati alle forme primitive delle maschere e dei manufatti africani, io mi sono immersa nei colori del Continente Nero, che non è poi solo nero! Ci sono il verde e il rosso e pure l’ocra della terra, il blu del cielo, ma anche i grigi delle rocce che si ritrovano nei paesaggi lunari di alcuni deserti. Colori che dalla natura si trasferiscono nella quotidianità dei vestiti e degli oggetti. Questa esplosione di tonalità non poteva lasciarmi indifferente.
“L’Africa, sotto certi aspetti, non è affatto un Continente Nero, è sfolgorante di luce.”
John Gunther (giornalista e autore americano)
Uomini, animali, paesaggi
I miei lavori africani sono il risultato di due momenti della mia vita distanti tra loro, in cui mi esprimevo con linguaggi differenti. Se i dipinti dopo il viaggio in Senegal richiamano alle esperienze umane, agli incontri con le persone, ai loro tessuti e alla loro vita quotidiana, quelli successivi alla Namibia guardano agli animali incontrati per la prima volta, ma ancor più ai paesaggi deserti, ai cieli colorati dal sole nascente di albe rosate o di tramonti rossi e ocra. Più rosa che da noi, più rosso e ocra che da noi, perché in quei paesaggi il cielo sembra più vicino, forse perché anche il sole è più lucente e il buio è buio vero!
La mia arte
Come sempre, ho impiegato differenti tecniche, mixate tra loro. Nel mio Portfolio si possono vedere soprattutto i lavori successivi alla Namibia. Si tratta, in gran parte, di piccoli dipinti su carta a mano dove ho usato inchiostri, candeggina, collage con bustine del tè, ma anche collage fotografico. La mia idea non era solo quella di rappresentare ciò che avevo visto, ma anche le atmosfere che mi ero portata a casa e di farlo con materiali poveri. In questo blog, invece, voglio mostrare alcuni quadri esposti nel 2012 alla mostra Donne Conturbanti. Qui, emergono le persone e la loro vita, i loro abiti, la loro quotidianità. Le tecniche vanno dalla pittura a olio su tela al collage e inchiostri: se non si fosse capito, mi piace mixare!
Una tappa obbligata
Oggi, a distanza di anni, ciò che è rimasto sono i colori dei ricordi, tonalità che sono entrate a far parte della mia pittura anche quando guardo l’orizzonte di un paesaggio italiano. Credo che l’africa debba essere una tappa obbligata di ogni artista, o forse anche di ogni persona, per far emergere le immagini di paesaggi, oggetti quotidiani, vite e colori sepolti in ognuno di noi dalla notte dei tempi e pronti a riemergere quando meno te lo aspetti e anche se non lo vuoi.